Una nuova procedura, completamente informatizzata, per il processo di gestione delle infezioni correlate alle pratiche assistenziali (ICPA)

Come noto, le infezioni correlate all’assistenza (ICA) sono la complicanza più frequente e grave dell’assistenza sanitaria che, purtroppo, provoca molti morti ogni anno.

Negli ultimi anni l’assistenza sanitaria ha subito profondi cambiamenti. Mentre prima gli ospedali erano il luogo in cui si svolgeva la maggior parte degli interventi assistenziali, a partire dagli anni novanta sono aumentati i luoghi di cura extra-ospedalieri (residenze sanitarie assistite per anziani, assistenza domiciliare, assistenza ambulatoriale). Da qui la necessità di ampliare il concetto di infezioni ospedaliere a quello di infezioni correlate alle pratiche assistenziali (ICPA).

La pandemia COVID-19, che ha evidenziato e amplificato questi aspetti, deve spingere le strutture sanitarie ospedaliere e territoriali, pubbliche e private, a cogliere tutte le opportunità organizzative e cliniche per ridurre in modo significativo i rischi per la sicurezza dei pazienti dovuti a questa grave complicanza correlata alle pratiche assistenziali.

Sicuramente bisognerà consolidare, nella riorganizzazione post COVID, la “cultura” della corretta igiene delle mani, che in questi mesi di emergenza sembra essere entrata nella prassi operativa di tutti i professionisti sanitari. Sarà importante implementare tecniche e metodiche proattive come ad esempio i BUNDLE. Ma non basta; sarà indispensabile reingegnerizzare l’intero processo di gestione delle ICPA con la partecipazione consapevole e condivisa di tutti gli attori coinvolti (reparti, blocchi operatori, laboratori, CIO, risk management).

Per favorire questo nuovo approccio il team di sviluppo di TaleteWeb, con la preziosa collaborazione di alcune strutture sanitarie clienti che si sono offerte di partecipare all’analisi e alla sperimentazione del primo prototipo (Ospedale Evangelico Betania, Casa di Cura S.Michele), ha avviato e realizzato un profondo processo di evoluzione dell’applicativo “Rischio Clinico” che è stato sottoposto, negli ultimi mesi, a significativi ed importanti sviluppi di nuove funzionalità del processo di gestione delle ICPA.

I cambiamenti più significativi:

  • E’ stata rivista la scheda elettronica di segnalazione sospetta ICPA/ISS con l’inserimento di registrazioni multi germe e multi campione materiale biologico;
  • Sono state automatizzate completamente le comunicazioni interne dai reparti/blocchi operatori al laboratorio di microbiologia, ai referenti CIO/CICA, al risk manager con la possibilità di tracciarle in qualsiasi momento;
  • E’ stata sviluppata una sezione dedicata al laboratorio per la registrazione degli eventuali germi/alert organism rinvenuti e il conseguente antibiogramma/antimicogramma;
  • E’ stata automatizzata la comunicazione di risposta dal laboratorio alla UO segnalante e ai referenti CIO/CICA e al risk manager nel caso di presenza di alert organism;
  • E’ stato sviluppato un sistema di alert automatico per le azioni di follow-up;
  • E’ stata implementata la funzionalità che permette, a partire dalla segnalazione di infezione, in caso di esito positivo, di programmare attività reattive e proattive (audit, RCA, FMECA ecc);
  • E’ stata migliorata la funzionalità per la gestione dei BUNDLE;
  • E’ stato migliorato e potenziato il sistema di reporting ed è stata inserita una funzionalità di business intelligence che consente agli utenti autorizzati di auto prodursi una reportistica costantemente aggiornata sull’andamento delle infezioni nella struttura sanitaria, sui microrganismi più frequenti nelle diverse unità operative di degenza, sulle variazioni dell’incidenza delle infezioni, sul consumo degli antibiotici e sulla corretta esecuzione dell’antibiotico-profilassi, ecc.;
  • E’ stata inserita una funzionalità per produrre in modalità nativa direttamente da TaleteWeb il documento annuale di pianificazione previsto da alcune Regioni (es. PAICA:Piano Annuale Infezioni Correlate all’Assistenza per il Lazio)

LO SCHEMA LOGICO DELLA NUOVA PROCEDURA INFORMATIZZATA

Cattura

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Modello organizzativo informatizzato per la gestione della continuità operativa (SGCO) applicato alle strutture sanitarie

Modello organizzativo informatizzato per la gestione della continuità operativa (SGCO) applicato alle strutture sanitarie: come aumentare la resilienza delle organizzazioni sanitarie anche e soprattutto alla luce dell’esperienza CORONAVIRUS

Tutte le organizzazioni sanitarie italiane, pubbliche e private, sono state messe a dura prova, in queste ultime settimane, dall’emergenza Coronavirus. Possiamo ritenere che, in molte aziende, i processi di “clinical governance”, sulla cui reingegnerizzazione si stava lavorando in questi ultimi anni, a causa degli eventi destabilizzanti dovuti alla diffusione del virus, siano stati di fatto momentaneamente accantonati.

Anche per l’iniziale sottovalutazione della situazione, molti meccanismi organizzativi sono saltati e l’improvvisa e imprevista emergenza ha messo a dura prova la “resilienza” dell’intero sistema sanitario nazionale e la “continuità operativa” delle aziende sanitarie comprese quelle delle Regioni Italiane più “virtuose”.

Proprio in questi tragici momenti di profonda destabilizzazione delle organizzazioni sanitarie, diventano indispensabili e urgenti alcune riflessioni sulle modalità di affrontare l’organizzazione e la reingegnerizzazione dei processi (dalla gestione del personale, a quella delle scorte minime, delle apparecchiature e dispositivi, solo per fare alcuni esempi) e concetti, relativamente nuovi, come “resilienza” e “continuità operativa”.

In questa prima analisi sperimentale, ovviamente frutto del punto di vista e dell’esperienza di chi scrive, che potrà essere condiviso o meno dai lettori, si vuole fornire un contributo alle direzioni strategiche che si trovano nella necessità di dover prevedere, progettare e pianificare un profondo processo di cambiamento della clinical e della corporate governance delle aziende sanitarie.

I concetti di “resilienza delle organizzazioni” e “sistema di gestione della continuità operativa” (BCMS Business Continuity Management System) sono sempre stati, nelle grandi imprese soprattutto industriali, temi di grande attualità al punto che l’International Organization for Standardization (ISO) ha pubblicato già da diversi anni alcune norme di cui una, recepita a livello europeo, la UNI EN ISO 22301:2019Sicurezza e resilienza – Sistemi di gestione per la continuità operativa – requisiti”, è certificabile da terza parte indipendente accreditata.

La domanda fondamentale che ci siamo fatti è stata: “questi approcci strategici ed operativi (che comunemente vengono anche denominati Safety II) erano ovvero sono e saranno presenti nella visione strategica delle organizzazioni sanitarie italiane”?

I fatti sembrerebbero indicare una risposta negativa.

Eppure un sistema di gestione per la continuità operativa (SGCO) è la logica conseguenza e sintesi dell’approccio sistemico, del pensiero basato sulla gestione reattiva e proattiva del rischio, sull’analisi delle organizzazioni basata sui processi e sulle attività, sul ciclo di Deming, etc., cioè – in sintesi – sui sistemi di gestione per la qualità e sui sistemi di risk management che dovrebbero essere ormai largamente diffusi nelle organizzazioni sanitarie italiane anche in virtù dei requisiti di accreditamento.

In tante aziende sanitarie si parla costantemente di ISO 9001, di rischio clinico, di sistemi di sicurezza dei lavoratori sul luogo di lavoro, di sistemi di protezione dei dati, etc., ma, a giudizio di chi scrive, non in modo organico e trascurando il punto di vista della “resilienza e continuità operativa” del sistema nel suo complesso.

Proviamo, quindi, a riassumere brevemente e sinteticamente alcuni concetti di base di questo approccio gestionale per cercare di dimostrare quanto alcune modalità operative previste da questo modello organizzativo si sarebbero potute rilevare essenziali per ridurre, almeno in parte, l’impatto dell’immane tragedia pandemica e quanto si potranno rilevare determinanti nella necessaria e radicale reingegnerizzazione dei processi del post emergenza.

La resilienza dei sistemi organizzativi

Il termine resilienza deriva dal latino resalio; in fisica ed in ingegneria, il termine indica “la capacità di un materiale di conservare, mantenere o recuperare la propria struttura dopo aver subito una deformazione o uno schiacciamento, di restituire l’energia assorbita in un’interazione ritornando allo stato di partenza.” (Zanichelli)

La resilienza organizzativa è definita come “la capacità di un’organizzazione di anticipare, prepararsi, rispondere ed adattarsi al cambiamento incrementale e ad inconvenienti improvvisi, con l’obiettivo di sopravvivere e prosperare.

Le organizzazioni resilienti imparano a sviluppare competenze organizzative partendo dalle difficoltà, sia davanti ai cambiamenti (change management), sia di fronte a stress di vario tipo (risk management).

È indispensabile trarre insegnamenti da ciò che è accaduto, per capire fino in fondo se e come si sarebbe potuto affrontare meglio la crisi, riuscendo magari a contenerne i danni.

La vera forza di qualunque organizzazione risiede nella resilienza organizzativa, ovvero nella capacità di reagire ad eventi traumatici, improvvisi e/o progressivi, grazie alle competenze organizzative sviluppate ed imparate dalla conoscenza dei propri processi e delle attività che li compongono, dalle capacità – anche adattative – del personale incaricato di svolgerle, dallo stato di manutenzione e disponibilità delle infrastrutture e dalla visione tattica e strategica delle direzioni.

Risulta quindi evidente che tra le leve su cui un’organizzazione deve assolutamente agire per costruire, sviluppare, rafforzare e consolidare la resilienza troviamo in primis la comprensione di sé tessi, ovvero la reale e approfondita conoscenza delle proprie capacità; che significa identificare e sviluppare i punti di forza e riconoscere e mitigare le proprie debolezze.

In secondo luogo è necessario possedere la conoscenza del contesto, ovvero dell’ambiente in cui si trova ad operare l’organizzazione, tenendo in considerazione gli attori e le variabili esterne che possono avere un impatto sui processi, identificando e acquisendo le competenze, le abilità e le risorse necessarie per gestire qualsiasi tipo di situazione critica.

La continuità operativa

La continuità operativa rappresenta la capacità di un’organizzazione di continuare a fornire i prodotti e i servizi in conformità a livelli accettabili e predefiniti, a seguito di un evento destabilizzante.

Nel suo insieme, quindi, la gestione per la continuità operativa è il processo che permette di raggiungere e mantenere la continuità gestionale per mezzo della preparazione dell’organizzazione a far fronte agli eventi destabilizzanti che, diversamente, potrebbero impedirle di raggiungere i suoi obiettivi.

La continuità operativa può essere efficace e in grado di fronteggiare sia eventi destabilizzanti di tipo improvviso, per esempio un’esplosione, sia di tipo graduale e progressivo come, per esempio, una malattia epidemica.

Le attività possono essere destabilizzate da una grande varietà di eventi, molti dei quali sono difficili da prevedere o analizzare.

Tuttavia, concentrando l’attenzione – grazie a metodologie strutturate – sulla valutazione dei possibili impatti di eventi potenzialmente destabilizzanti (piuttosto che sulle loro cause) sui processi e sulle attività dell’organizzazione e sul mantenimento della loro continuità, è possibile identificare quali costituiscono per l’organizzazione stessa il fondamento per la propria sopravvivenza potendole consentire di determinare cosa sia necessario per continuare a soddisfare i suoi impegni.

Grazie al riconoscimento e all’analisi delle condizioni per il mantenimento della continuità operativa, un’organizzazione può riconoscere cosa deve essere fatto per proteggere le sue risorse (persone, siti, tecnologie e informazioni), la catena di fornitura, le parti interessate e la reputazione, prima che si verifichi un evento destabilizzante.

Con la conoscenza di questi dati ed informazioni, l’organizzazione è in grado di avere una visione realistica delle risposte che saranno più probabilmente necessarie se e quando si verificherà un determinato evento destabilizzante, in modo che essa possa con fiducia gestirne le conseguenze ed evitare impatti inaccettabili.

Un’organizzazione con un appropriato piano di gestione della resilienza e della continuità operativa può inoltre avvantaggiarsi di opportunità che diversamente potrebbero essere ritenute troppo rischiose.

I benefici di un sistema informatizzato di gestione della continuità operativa

L’interruzione dell’attività è la preoccupazione primaria per molte direzioni strategiche. Attacchi informatici, guasti IT, inondazioni, incendi, terremoti, epidemie e problemi nella supply chain sono esempi di inconvenienti che possono rappresentare una minaccia sostanziale per la gestione di qualsiasi azienda ed in particolare di quelle sanitarie.

I requisiti della norma ISO 22301 e un conforme sistema di gestione informatizzato della continuità operativa forniscono una risposta operativa e concreta a queste preoccupazioni consentendo una visione chiara e dettagliata del funzionamento della propria organizzazione. La norma offre una preziosa panoramica utile per la pianificazione strategica, la gestione del rischio, la gestione della catena di fornitura, la trasformazione del business e la gestione delle risorse.

Altri benefici sono:

  • Migliore comprensione del business attraverso l’analisi delle criticità e delle aree di vulnerabilità;
  • Maggiore resilienza organizzativa attraverso la collaborazione tra le funzioni e le squadre responsabili della gestione dei processi e delle attività;
  • Approccio coerente in tutta l’organizzazione;
  • Riduzione dei costi e minore impatto sulle prestazioni aziendali in caso di impedimenti di vario tipo;
  • Dimostrazione dell’impegno nei confronti di stakeholders come pazienti, utenti, fornitori e regolatori, riguardo la disposizione di sistemi e processi validi per la continuità operativa;
  • Benefici derivanti da una riduzione dei premi assicurativi.

L’implementazione di un sistema (metodo e modello) informatizzato per la gestione della business continuity aiuteranno le organizzazioni a:

  • Avere una migliore comprensione dell’organizzazione stessa;
  • Implementare strategie per garantire la continuità dell’attività, definendo, predisponendo e testando adeguate tattiche di risposta;
  • Mantenere il piano di business continuity attraverso esercizi e revisioni della cultura aziendale;
  • Imparare come implementare l’approccio basato sulla business continuity.

Ancona 14 Aprile 2020                                                           Gregorio Paccone

                                                                                                     Paolo De Falco

La reingegnerizzazione dei processi in sanità (BPR) – metodi, modelli e strumenti informatici

Perché ho voluto progettare e realizzare un corso sulla reingegnerizzazione dei processi (BPR) in sanità: “Sono fermamente convinto che nei prossimi anni la richiesta di strumenti di Business process reengineering (BPR), nelle strutture sanitarie, subirà una forte accelerazione, soprattutto a causa dei bruschi cambiamenti del contesto interno ed esterno determinati dai tragici fatti di questi […]

Utilizzo dei DPI per infezione da SARS-COV-2 nelle attività sanitarie e socio-sanitarie

Corso di formazione a distanza per un utilizzo razionale dei dispositivi di protezione individuali (DPI) per infezioni da SAR-COV-2 nelle attività sanitarie e sociosanitarie (assistenza a soggetti affetti da COVID-19) Il corso è completamente gratuito e rappresenta un “piccolo contributo” che il gruppo Equipe/TaleteWeb, vuole offrire a tutte le strutture e agli operatori sanitari in […]

Coronavirus: Sicurezza delle cure e rischio clinico. Il documento delle Regioni per gestire l’emergenza

La Sub Area Rischio Clinico della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, coordinata dalla Regione Emilia-Romagna, ha messo a disposizione di tutte le Regioni un documento rivolto in particolare ai referenti regionali e aziendali per la sicurezza delle cure e la gestione del rischio sanitario.

Il Premio Sham all’Ospedale Evangelico Betania di ​Napoli

Importante riconoscimento all’Ospedale Evangelico Betania al Forum sul Risk Management

L’Ospedale Evangelico Betania ha ricevuto una menzione speciale per la prevenzione dei rischi in sanità alla IV edizione del Premio Sham, uno dei più ambiti riconoscimenti sul tema del risk management sanitario. Il riconoscimento, unico in Campania, andato solo ad altre tre strutture del Sud Italia, è stato assegnato lo scorso 28 novembre nell’ambito del 14° Forum sul Risk management tenutosi a Firenze.

All’innovativo progetto di sviluppo di un “modello organizzativo informatizzato per la qualità e la sicurezza delle cure attraverso la reingegnerizzazione dei processi core (BPR) dell’Ospedale Evangelico Betania” di Napoli, hanno partecipato, fornendo il loro contributo tecnologico, gli ingegneri Gregorio Paccone e Paolo De Falco di TaleteWeb splendidamente coordinati dalla dottoressa Marianna Stingone e fortemente supportati dalla direzione strategica dell’Ospedale.

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ASL SALERNO: al via il nuovo modello organizzativo informatizzato per la sicurezza e la qualità delle cure

Partita la fase operativa per l’implementazione del nuovo e innovativo modello che coinvolgerà nel mese di ottobre circa 400 operatori, referenti e facilitatori, delle diverse professioni sanitarie che saranno formati all’utilizzo del sistema informatico.
Nel corso del 2020 la formazione di base sulle modalità di segnalazione elettronica degli eventi (near miss, eventi avversi/sentinella, caduta accidentale, aggressione a danno dell’operatore, infezione ospedaliera), sarà estesa a tutti i dipendi attraverso corsi FAD appositamente predisposti dall’unità operativa Sicurezza dei pazienti e gestione rischio clinica, della ASL di Salerno, diretta dalla dott.ssa Anna Bellissimo.
Obiettivo primario del progetto è quello di perseguire, in modo strutturato e sistemico, il miglioramento continuo della sicurezza e della qualità delle cure e quindi della soddisfazione di tutti i portatori di interessi a partire, ovviamente, dai pazienti.
Con questo progetto, in sostanza, la ASL di Salerno intende:
–    Diminuire gli errori;
–    Diminuire il contenzioso;
–    Migliorare la qualità degli standard prestazionali e le performance del sistema;
–    Migliorare la fiducia dei pazienti
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Decreto Regione Campania N. 51 del 04/07/19 – Integrazione requisiti accreditamento

Pubbicato il decreto N.  51 sull’integrazione dei requisiti per l’accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie pubbliche e private

Il decreto approva i nuovi requisti per l’accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie pubbliche e private della regione Campania secondo quanto previsto nell’allegato A.

Vengono pubblicate nell’allegato B le check list per la verifica in loco del possesso dei requisiti di accreditamento istituzionale.

Il Decreto stabilisce che le nuove procedure di verifica e i relativi requisiti di accreditamento si applicheranno in sede di rinnovo degli attuali provvedimenti di accreditamento istituzionale e per le nuove istanze di accreditamento.

Le nuove procedure di accreditamento ed i relativi requisiti sottintendono una gestione strutturata dei processi di governo clinico e di clinica risk management da parte delle strutture sanitarie “sia pubbliche che private“.

A solo titolo di esempio si faccia riferimento ai requisiti delle sezioni Miglioramento della qualità e Linee guida e gestione dei rischi che presuppongono processi di gestione della qualità, del rischio clinico, della documentazione sanitaria sistemici ed improntati sulle più moderne ed avanzate metodologie (es. tecniche FMEA, RCA, SEA, ecc.).

In sostanza la mera e faticosa raccolta di documenti di evidenza della conformità ai requisiti, con pesantissimi faldoni carichi di fotocopie di documenti e/o scansioni di documenti, retaggio del “vecchio approccio” all’accreditamento istituzionale, non basta più.

I processi devono essere reingegnerizzati e gestiti con una reale e fattiva condivisione e partecipazione attiva da parte di tutti i livelli dell’organizzazione, altrimenti le evidenze (output dei processi) rimarranno solo rappresentazioni statiche e senza nessun valore aggiunto ai fini del miglioramento degli output dei processi.

Per la maggior parte dei processi contemplati dai requisiti di accreditamento si renderà indispensabile una  informatizzazione della relativa gestione per rendere sempre più efficace la comunicazione e il monitoraggio delle decisioni, dei rischi, delle opportunità, della soddisfazione dei portatori di interessi, degli output/esiti.

Le evidenze della conformità ai requisiti, in sostanza, devono essere prodotte in modo automatizzato quali output dei processi alimentati giorno per giorno, nella operatività quotidiana, da tutto il personale ai vari livelli dell’organizzazione.

Il sistema TaleteWeb mette a disposizione della struttura sanitaria pubblica e privata un insieme di applicazioni informatiche web based, integrate tra loro, che consentono la gestione della maggior parte dei processi contemplati dai requisiti di accreditamento e la produzione automatizzata dei relativi output.

In questi ultimi anni abbiamo avviato progetti di clinical governance in diverse realtà della Campania. Tra le strutture pubbliche annoveriamo tra le nostre referenze: ASL Napoli 1 centro; ASL Napoli 3 sud; ASL Napoli 2 nord; ASL Caserta; ASL Salerno; AOU Federico II; AOU L.Vanvitelli; AO Cardarelli

Tra le strutture private abiamo avviato progetti presso: Villa dei Fiori di acerra; Ospedale Evangelico Betania; Casa di Cura S. Michele; Villa dei fiori di Mugnano; Ospedale Internazionale di Napoli.

Per approfondire l’argomento e aprire un confronto su questi argomenti contattaci: 071/2867250

link utili:

 

 

 

L’attuazione in Campania del “Piano Nazionale di contrasto all’antimicrobico resistenza 2017-2020” (PNCAR)

E’ ufficialmente accreditato e on line il corso FAD: Antibiotico resistenza ed antibiotico terapia in Campania

Negli ultimi anni le Organizzazioni sanitarie mondiali sono impegnate a fronteggiare il fenomeno dell’Antimicrobico resistenza, che è stato chiaramente definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come “una delle maggiori minacce per la salute pubblica, a causa dell’impatto epidemiologico ed economico del fenomeno”.

In Campania il fenomeno dell’antibiotico resistenza è particolarmente allarmante, e si associa ad una diffusa inappropriatezza nell’uso di questi principi attivi. Per questo motivo, nella Regione è già  in pieno svolgimento la prima fase di attuazione del PNCAR, che si concretizza in una serie di provvedimenti ed atti di indirizzo regionali rivolti alle Aziende del SSR.

Scopo del corso FAD è quello di realizzazione un percorso formativo sul tema dell’uso appropriato degli antimicrobici per i prescrittori territoriali ed ospedalieri secondo quanto previsto dal Decreto Dirigenziale n° 44 del 18/02/2018 avente ad oggetto: “Linee di indirizzo per l’attuazione dei programmi antimicrobial stewardship e per l’implementazione locale dei protocolli di terapia antibiotica” – adempimenti del Piano Nazionale di contrasto all’antibiotico-resistenza”, recepito con D.C.A. n° 66 del 13/12/2017

Il corso, completamente gratuito è destinato ai medici di medicina generale, ai pediatri di libera scelta e agli esercenti attività sanitaria delle strutture pubbliche e private della Regione Campania

Professioni sanitarie ammesse: Medico chirurgo, Infermiere, Ostetrica, Farmacista, Biologo, Chimico, Veterinario

Provider n° 1772 – Evento accreditato n° 249762

INFORMAZIONI SUL CORSO
CREDITI ORE DI LEZIONE PERIODO
50 34 DAL 01/01/2019 AL 31/12/2019

Scarica l’istruzione per l’accesso e la fruizione del corso: clicca qui

Sistema per la prevenzione della violenza a danno degli operatori sanitari

UN MODELLO DI SISTEMA INFORMATIZZATO (SPV)

Gli operatori dei servizi sanitari presentano un rischio significativo di subire atti di violenza durante la propria attività lavorativa, rischio che, a giudicare dalle cronache recenti, appare in aumento. Si tratta di un fenomeno così rilevante che già nel 2007 il Ministero della Salute ha emanato una specifica raccomandazione sull’argomento e ha inserito la “morte o grave danno in seguito a violenza su operatore” fra gli eventi sentinella che devono essere segnalati attraverso il flusso SIMES.

Gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari rappresentano un problema di sicurezza del lavoro che va affrontato secondo quanto previsto dal D. Lgs. 81 del 9 aprile 2008 e s.m.i. recante “Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro”: il rischio di subire un’aggressione sul posto di lavoro va valutato e gestito dalle organizzazioni al pari di qualsiasi altro rischio lavorativo.

Fatti salvi casi limitati e specifici, gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari sono da considerarsi come reati e, come tali, vanno perseguiti.

Gli atti di violenza a danno degli operatori sanitari presentano un ampio spettro di eventi assai variegati che presentano margini di prevedibilità e prevenibilità molto diversi tra loro e spesso ridotti o difficilmente quantificabili.

Il modello informatizzato proposto da TaleteWeb per la gestione di un Sistema di prevenzione degli atti di violenza a danno degli opratori sanitari (SPV)

scarica la presentazione sistema violenza su operatori

I clienti che già utilizzono le applicazioni Rischio Clinico, Qualità, SGSL possono contattare l’assistenza al numero 071.2867250 per configurare il sistema e per l’avvio in produzione delle nuove funzionalità

Le aziende non ancora clienti che vogliono maggiori informazioni e/o intendono provare queste funzionalità possono contattarci inviando un form di richiesta al seguente link: contattaci, oppure telefonando al numero 071.2867250